Perchè Porto Frailis?
E’ la domanda che mi sento fare continuamente da quando ho scelto di rimanere qui per un po'.
Fermata dal nuovo lock down, dopo aver girato tanta Sardegna, ho capito di aver trovato il luogo ideale per trasformare questa pausa forzata in un ritiro di contemplazione e creatività.

I.D.R.
Persino molti amici sardi non conoscono questo piccolo mondo sospeso tra Tortolì e Arbatax, case basse circondate da giardini fioriti, una vegetazione rigogliosa di eucalipti, pini, ginepri, sugheri, lentischi e naturalmente olivastri, in un territorio che declivia dolcemente verso il mare.

A fine settembre, nei giardini, si fanno vendemmie domestiche di uva fragola da cui estrarre il vino cotto per i dolci invernali.


Nel bellissimo giardino di Erminia, all'ombra di un prezioso mirto greco, ascolto Assuntina, novantadue anni, raccontare della sua vita e del suo lavoro, mai dimenticato, di tanti anni fa: la coltivazione del tabacco. Le foglie, mi racconta, erano fatte seccare nelle case delle operaie e poi venivano appese a cordicelle nello spazio che ora è la Chiesa del Sacro Cuore.

F.D.R.
Generazioni di donne e bambine vivono in mezzo al tabacco fino agli anni 70, poi arriva la cartiera e tutto cambia. Abbandonate l'agricoltura e la pesca, migliaia di persone cominciano a lavorare nell'immensa fabbrica, Tortolì diventa una città con il trasferimento di tanti operai dai paesi vicini e nel piccolo porto di Arbatax cominciano ad arrivare le navi mercantili.


Guardo il bellissimo viso di Assuntina e vedo un'ombra nel suo sguardo quando racconta che proprio quando il nuovo benessere economico di quegli anni sembrava per sempre, negli anni settanta una serie di fatti politici ed economici culminano in una bancarotta e la cartiera chiude. All'ombra dell'intrico di rami, foglie e fiori la conversazione scorre vivace. Erminia preferisce ricordare i tempi della sua infanzia quando le mogli dei pescatori ponzesi venivano a piedi da Arbatax, con grandi ceste sulla testa colme di pesci da vendere. Si andava a piedi anche a Orrì, alla festa di Sant'Anna e si dormiva in baracche allestite alla buona con le canne, mentre gli uomini cantavano il mutetusu. Si mangiavano i culurgiones portati da casa e si ballava in allegria.
Il vento muove le foglie e i profumi del giardino, i fiori avvolgono le nostre voci. Ancora una volta un incontro tra donne che si accolgono e vogliono conoscersi; storie di vite che allargano l'orizzonte della consapevolezza, esperienze con cui confrontarsi.

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A Porto Frailis vivo in una torretta dove mi sveglio e mi addormento guardando il faro di Arbatax inquadrato nella finestra davanti al letto.
E' il mio punto di riferimento per iniziare la giornata e di riflessione prima di dormire. Questa mattina tutto sembra semplice, come svegliarsi avvolti da un cielo rosa, scattare una foto e cogliere il volo di un gabbiano.

(Per saperne di più https://www.travelone.online/post/le-albe-sul-faro-raccontano
e anche https://www.travelone.online/post/la-casa-della-luce )
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Dalla terrazza della mia casa anche i tramonti sono spettacolari, mi perdo nei colori dei "tableaux vivants" della Natura nel cielo sopra la fattoria, dove gli aranceti in primavera profumano l'aria fino alle mie finestre.

Ci sono tramonti poi, in cui mi immobilizzo a guardare quello che succede nel cielo. Contemplatrice di nuvole, vedo messaggi nelle forme celesti, non sono la sola a decifrarle, chi ama guardare ciò che accade nel cielo, trova i messaggi che cerca.


E infine quei crepuscoli speciali con tramonti mozzafiato, in cui l'emozione è così forte ed eccitante che speri non finiscano mai.

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Cammino sulla strada principale che conduce alla piccola baia di Porto Frailis, un minuscolo scrigno dove il cielo cambia in continuazione e in certi giorni le nuvole sembrano sfiorare il mare.

Qualche volta, quando il vento soffia forte, potrei stare ore a guardarlo giocare con il mare.
Poi alla sera, quando la pace scende nella piccola baia, il rosa del tramonto tinge anche l'acqua.

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Sui lati opposti della baia due terrazze incomparabili; da una parte, quella dell'hotel La Bitta, dove vado a scrivere nei pomeriggi ancora caldi di quest’ autunno ogliastrino, guardando gli ultimi nuotatori della giornata, gustando gli ottimi dolcetti preparati dallo chef dell'hotel.

Dalla parte opposta, la terrazza di Acquachiara, dove i tramonti sono dorati e le notti dolci di musica e aperitivi.



Prima di tornare a casa, passo a trovare un amico che vive da vent’anni davanti all’entrata dell’ hotel La Bitta. In realtà ne ha quasi 400 di anni ma l’hanno portato a vivere qui alla fine degli anni 90. Gli hanno molto ridotto la chioma e fortunatamente è sopravvissuto allo spostamento. Il suo tronco maestoso nasconde un piccolo segreto, che svela solo a chi sa parlare con lui.


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Alberi, alberi. La passione per gli alberi mi porta spesso a camminare nella Sughereta, il giardino sotto casa, dove querce di sughero giovani si alternano a quelle secolari.
Le più imponenti sono nel terreno adiacente al giardino, oltre il muretto di cinta.

Tra gli alberi, due amici che visito spesso, il primo è un gigante muscoloso, mi siedo accanto a lui e lascio che la mente si svuoti di ogni pensiero fino a un completo silenzio dentro di me, è allora che la pace si trasforma in gioia; Prima di lasciarlo lo abbraccio sempre con gratitudine.
L'altro, è un grande uccello un po' malinconico, eppure intorno a lui passeggia una comunità vivace, pennuta e spesso starnazzante. Imparando a conoscerli, scopro man mano anche i loro nomi, basta osservali bene, Teddy boy e Lucy sono innamorati inseparabili, ma Barchetta, la più bella dello stagno, li segue ovunque.
Poi c'è la banda delle anatre con la mascherina, le più prepotenti, non permettono a nessuno dei germani reali di avvicinarsi ai pezzetti di cibo che ogni tanto porto allo stagno e se qualcuno osa farlo, si attaccano con il becco alla coda del malcapitato che cerca inutilmente di scappare. L'unica che temono e che si ribella è Barchetta, la mandarina duck principessa del laghetto.
Al tramonto, quando il giardino si svuota, il mondo diventa silenzioso e la vita rallenta il suo ritmo nei riflessi dorati dell’acqua,

Se vuoi saperne di più: https://www.travelone.online/post/il-giardino-delle-sughere
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Dalla spiaggia di Porto Frailis, con una bella passeggiata nel verde, senza perdere di vista il mare, cammino fino alla torre chiamata Taratasciàr, un nome arabo che significa "tredicesima torre".



Da lì al Belvedere e con qualche gradino ancora raggiungo la chiesetta di San Gemiliano.
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A pochi minuti da casa c'è anche un'altra spiaggia con un nome esotico, Basaura, con l'accento sulla u. Decido di andarci per guardare il mare prima che faccia buio.
Cammino sulla sabbia, annuso l'aria, incrocio un ragazzo con un labrador affettuoso, tutto sembra tranquillo, eppure qualcosa sta succedendo.
Non riesco a credere a quello che vedo, mi giro verso il ragazzo, immobile come il suo cane, ci lanciamo un breve sguardo di sbalordimento. Riesco solo a pensare che questo è il tramonto più impressionante che abbia mai visto, il mare è diventato fuoco liquido.

Quando tutto magicamente si spegne, ho lo stomaco in subbuglio, ritorno all' auto e rimango ferma per un po' a riprendere fiato. Davanti a me la spiaggia ora è buia e deserta, l'evento si è consumato in dieci minuti e sembra un sogno, si accende il faro giallo nel piazzale dove sono, è scesa la notte, riparto.
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Da Porto Frailis, in pochi minuti raggiungo il porto di Arbatax dove si apre un altro mondo ancora. Accanto al porticciolo scorrono le rotaie della ferrovia del Trenino Verde, una storica “porta” che da più di 130 anni collega l’interno della Sardegna alla costa.

Mi siedo ai tavolini del bar sul pontile a guardare le anatre che sguazzano nei riflessi rosa del tramonto, mentre in cima al paese, la pineta che circonda la chiesa cambia colore. Mi piace sentirmi in mezzo alle barche di ogni tipo e dimensione, ho sempre sognato di vivere su una barca.
Salendo verso la cima del paese le rocce di porfido emergono dalla vegetazione, creando dei giardini botanici affascinanti.



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Durante una delle mie esplorazioni seguo una strada un po' nascosta che dal Cantiere Nautico, attraverso un ponticello di ferro, porta verso nord costeggiando da una parte una lunga spiaggia sabbiosa e dall'altra un canale. E' così che scopro in fondo alla strada, la Cooperativa dei pescatori e il sorprendente chiosco di Ponente, dove i pescatori cucinano il pesce appena pescato e lo servono ai tavoli davanti al mare.
Il nome Oyster Bar illustra la specialità del luogo, le ostriche, che crescono nella peschiera e vengono esportate in tutto il mondo, ci tornerò ancora a mangiare il loro eccezionale fritto misto.


Oggi, percorrendo la stessa strada, sono rimasta a bocca aperta davanti a un enorme stormo di anatre nere appoggiate ai galleggianti del canale, probabilmente a riposare durante una migrazione, non ho distolto lo sguardo fino a quando, all'improvviso, si sono levate in volo tutte insieme e sono sparite all'orizzonte.
Un mondo diverso, libero e selvatico che per un momento ha incrociato il mio portando una ventata di emozioni, perché ci ho visto riflesso il mio stesso anelito, vivere così, viaggiatrice del mondo.
Il tramonto arriva all'improvviso con uno spettacolo che lascia senza fiato.

Se vuoi saperne di più: https://www.travelone.online/post/lo-stagno-delle-meraviglie
o anche https://www.travelone.online/post/sardegna-non-ci-sono-pi%C3%B9-parole
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Oggi è uno di quei giorni confusi, in cui non riesco a mettere a fuoco i pensieri che rimangono sospesi nel nulla. Cammino sulla lunga spiaggia che fronteggia il canale, la chiamano la spiaggia della cartiera, i pensieri si fanno parole.
Giorni lunghi
senza orizzonte
Al capezzale dell’onda
un velo sottile di sposa
avvolge la memoria
Dove sono?
Cosa c’è al di là del niente?

Eppure un suono risveglia
il respiro intorpidito
Ponte
Passaggio
Arcobaleno
Un richiamo scavalca la cortina
di vapori nebulosi
Nella pineta un cuculo
Vita fervente
che si nutre d’aria
ripete all’infinito
Cucuuuu Cù Cucuuuu Cù
Sono tornata! Gli rispondo.

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Spesso vado a camminare nella magnifica pineta che costeggia da una parte il canale e dall'altra la lunga spiaggia S'Isula Manna.


Cammino tra i richiami e i voli di una moltitudine di uccelli, garzette, gabbiani, cormorani, martin pescatori, persino aironi.

(Se vuoi saperne di più https://www.travelone.online/post/lo-stagno-delle-meraviglie )
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Da Porto Frailis raggiungo in breve tempo anche le innumerevoli baie che si susseguono da Tortolì fino a Bari Sardo, indicate da cartelli lungo la strada che si snoda nella campagna e tra boschetti di eucalipti. La prima è Orrì che appare vuota di persone e ricca di nuova fioritura, in questo gennaio ancora mite, le aiuole sulla spiaggia rifulgono già dei fiorellini gialli del trifoglio, una precoce primavera ancor più sorprendente perché ricevo foto e messaggi di tanti amici non solo italiani attanagliati da muri di neve.


Se vuoi saperne di più: https://www.travelone.online/post/sardegna-voglia-di-orri
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Procedendo oltre Orrì, molte altre spiagge tra cui il Golfetto e Foxilioni, dove mangio sempre un ottimo carpaccio di salmone.
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Ma la mia spiaggia del cuore, quella che chiamo "Paradiso per sempre" è Cea, l'ultima baia che si contendono il comune di Tortolì e quello di Bari Sardo. Molti dicono che questa spiaggia è magica, non mi stupisco, a Cea c'è sempre qualcosa di speciale.
Oggi, lassù, qualcuno mi guarda.

Rimango fino al tramonto, quando Cea diventa un acquarello di colori pastello.

La sabbia respira, libera da ingombri umani
Il mare, questo mare placato, spalanca occhi infiniti
Il cielo mi riempie, galleggio senza peso.
E' il solo mondo che conosco
Il solo mondo che sia mai esistito
Gli autunni ogliastrini sono il momento migliore per godere il mare.. Proprio qui, lo scorso ottobre, mi immergevo nelle "sacre acque di Cea". L'acqua ancora calda del tepore dell'estate, la spiaggia completamente deserta, impagabili privilegi.


Se vuoi saperne di più https://www.travelone.online/post/la-scoperta-di-cea
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Infine, ma non da ultimo, le montagne dell'Ogliastra, dove vado a camminare nel cuore ancora selvaggio della Sardegna e a respirare il vuoto assoluto.

Vedi tutto qui: https://www.travelone.online/post/camminare-in-liberta )
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C'è ancora un'altra perla in questo territorio, ci vogliono solo venti minuti per raggiungerla in auto, è Santa Maria Navarrese, l'unica frazione del comune di Baunei.
Qui molteplici elementi di bellezza riuniti tutti insieme nel piccolo centro del paese, fanno sì che ovunque si giri lo sguardo, si scoprano continue emozioni.

Non sto nella pelle quando mi avvicino all'olivastro millenario accanto alla chiesetta di Santa Maria Navarrese e ancora di più osservando i fortunati ragazzi che giocano nel giardino pubblico in mezzo a meravigliosi alberi centenari.



Verso sera poi salgo in cima al paese fino alla mitica terrazza dove ci si sente sospesi sopra le nuvole. Gustando le delizie dello chef, sono immersa nel crepuscolo commovente di questa bella giornata, da quassù, mare e cielo uniti negli stessi colori pastello sembrano infiniti.


Se vuoi saperne di più: https://www.travelone.online/post/il-borgo-incantato
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Perchè Porto Frailis?

Oggi il mare
ha tessuto una trina
Cucito insieme
nel ricamo di schiuma
il cielo e le onde
Sospesa leggera
in stallo nel vento
con sguardo di sale
respiro il momento
Poi plano sull'acqua
mi spruzza la faccia
Mi immergo nel suono
del mondo marino
Un pesce divento
che guizza contento
( Filastrofa della contentezza )
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