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Ritorno alla preistoria

La proprietaria dell'albergo mi sorride dall'altra parte del banco: "Dove va oggi?"

Esco in fretta mentre intravedo la sua espressione sbigottita dalla mia risposta.

In questa Creta densa di turisti, una donna che viaggia da sola sembra sorprendere ancora molti. Per fortuna il matriarcato dell'isola ha seminato bene, gli uomini mostrano rispetto e se vogliono farti capire il loro interesse, ti trattengono un po' la mano quando ti salutano, accettando con il sorriso un diniego.


Il sole è già alto e devo risalire dalla costa libica verso nord per raggiungere il canyon Sarakinas. A Myrtos, un'italiana incontrata nell'affollata taverna locale, mi ha detto che è una salita ardua, 150 metri di altezza, però ora la stagione è secca e il livello dell'acqua che scorre all'interno del canyon non dovrebbe essere alto. Vedremo, il richiamo all'avventura è forte.

L'entrata del canyon è segnalata da un cartello di legno e appare minuscola rispetto all'altezza della montagna letteralmente spaccata in due.

Mi inoltro nella vegetazione verdeggiante che contorna l'acqua della sorgente, mi sfilo i sandali e cammino a piedi nudi nel ruscello che porta nel canyon, il naso all’insù verso le pareti vertiginose che si aprono in cima con pezzi di cielo.

Sono sola, sotto i miei piedi l’acqua fresca del ruscello, sopra di me, molto in alto, un enorme uccello vola in cerchio: sembra un'aquila e che stia puntando una preda.

Nella fretta di questa mattina ho dimenticato gli scarponcini, ma procedo a piedi nudi tra i massi. Il silenzio è rotto solo dal gorgoglio dell'acqua, sento l’energia densa del luogo e anche la strana sensazione di non essere sola, continuo a guardarmi alle spalle, ma il canyon è deserto.

Proprio qui, nell'isola di Creta, sono state scoperte le impronte umane che un primitivo di cinque milioni di anni fa ha lasciato nel terreno argilloso. Sorprendenti perchè simili a quelle dell'uomo moderno, ma risalenti a un periodo in cui si pensava che gli 'ominini' avessero ancora piedi da scimmie.

Mi arrampico sulle rocce liscie che si fanno man mano più grandi, la sensazione di essere in un mondo primitivo diventa forte, emozionante, immagino un'altra donna che come me percorreva lo stesso canyon milioni di anni fa.

La percezione è acuita da alcune rocce dalle forme antropomorfe, alla mia destra una testa di cavallo pietrificata. C'è stata una battaglia proprio qui...


Brividi arancio

nel canyon Sarakinas

Corpo contro corpo

spruzzi d'acqua e sangue

Gli dei affacciati

incombono dai pinnacoli 


​Rientro in un presente

senza tempo

Aggrappata al cielo

risalgo sassi e rocce 

​Sotto i piedi nudi

corpi di eroi lontani


La salita è sempre più ripida, mi aiuto infilando mani e piedi nelle fessure scavate nei grossi massi per aiutare a tirarsi su, poi mi aggrappo a un albero morto e infine alle corde, ma ce ne vorrebbero di più. Sono già ad un'altezza considerevole, indecisa se continuare nell'ultima parte, la più difficile, ma anche la più emozionante. L'aria si è fatta fresca, la camiciola leggera che copre il mio costume da bagno non protegge abbastanza, alzo gli occhi verso il cielo. Lassù Eolo ha dato a una nuvola la forma di freccia che indica una direzione. Ascolto il consiglio e ridiscendo lentamente fino a una palmetta che ha scelto un angolo del canyon per vivere aggrappata alla roccia, vicina all'acqua, i suoi rami ondeggiano in questo luogo senza vento.

Mi prende una gioia insensata, voglio rimanere qui con le Naiadi e le Doreiadi, ninfe figlie di Zeus, che fanno vibrare le foglie degli alberi quando vi passano accanto. Mi bagnerò nell'acqua della sorgente e canterò la canzone di Seikilos, la più antica del mondo, che ammonisce:

"Finchè vivi risplendi

e non darti troppa pena

perchè la vita è breve

e il tempo giunge presto alla fine."

Quando rientro in albergo è già iniziato il crepuscolo, la proprietaria è totalmente in panico, mi abbraccia come una madre, un po' risentita per la preoccupazione che le ho causato, ma felice per il mio ritorno incolume. Stava per chiamare la polizia.

Ricambio con un abbraccio affettuoso e un po' stupito, di certo non può immaginare le emozioni che ho provato nel mio ritorno alla preistoria.


Ascolta l'epitaffio di Seikilos


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All Images and Original Text © Solo Moles - Travel One 2020

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454 visualizzazioni1 commento

2 comentários


piras.giovannina
07 de jan. de 2021

brava,come sempre. Solo tu potevi descrivere quei luoghi,antichi e lontani. Carichi di storia e fascino. Il contatto con madre terra ristora e appaga sempre.

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fabimp
07 de jan. de 2021

No words to express my joy to read and imagine you in this adventure.🌺 Strong woman!

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