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Un impagabile messaggio

Da tre giorni mi sono rintanata a Fonni, mille metri al di sopra dei quaranta gradi della costa e del furore vacanziero di Ferragosto. Riesco finalmente a scrivere con un ritmo fluido e indolore, esco solo al tramonto. Fotografo i murales, osservo i segni di una tradizione ancora forte, bevo un aperitivo al bar Centrale e infine vado a cena sotto il pergolato di Sa Orte.

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Oggi però l’avventura mi chiama e decido di uscire dalla tana barbaricina per esplorare i dintorni; andrò a Gavoi, scegliendo la strada più lunga. La ragione di questa scelta dipende solo da quella pulsione irrazionale che chiamano istinto, non si può spiegare perché non appartiene alla mente.







C'è un minuscolo paese a metà del mio tragitto, si chiama Lodìne e mi accoglie con il migliore mercatino del mondo.

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Scelgo una minuscola borsetta, chiedo quanto costa, parlo con la venditrice più piccola che mi ha chiesto 1 euro e ne offro uno in più se mi danno il permesso di fotografarle. Un gruppetto meraviglioso vigilato da uno dei papà, a cui chiedo di tradurmi il testo scritto sul muro.

Nel murales si parla dell’attività che ha fatto conoscere Lodine in tutta la Sardegna: la produzione di mattoni e tegole, sas teulas, in cui gli uomini trasportavano l’argilla fino ai forni e le donne realizzavano i manufatti.

Lascio l’allegra brigata per risalire verso il centro storico del paese,

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Nei vicoli stretti si respira l’arte, numerosi murales e delle magnifiche fotografie in bianco e nero, i cui protagonisti, vestiti da Antonio Marras e fotografati da Salvatore Ligios, sono tutti abitanti di Lodine. A completare il progetto, è stato chiesto a uno scrittore, Flavio Soriga, di inventare delle storie con i personaggi delle fotografie come protagonisti.

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Dunque, cammino, osservo, fotografo, fino ad una piazzetta dove c’è una casa che sorride. Sì, proprio così, ci sono case così aperte alla vita che sembrano sorridere a chi passa.

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Aspetto che la donna sulla terrazza rientri in casa e scatto, nello stesso istante qualcosa si agita nella mia camicetta. Senza dubbio un insetto, lo intravedo sotto il tessuto leggero della manica e di getto faccio la cosa meno opportuna, lo schiaccio con la mano libera, mentre l’insetto nel panico più di me, naturalmente mi punge. Un dolore atroce, rigiro il tessuto ed è proprio una vespa, ormai accartocciata su se stessa. Alzo lo sguardo, mi avvicino alla casa che stavo fotografando, chiamo la donna che ho visto poco prima.

E’ così che ho conosciuto Annetta.

Senza indugio mi spalma una pomata sulla puntura e mi invita a sedermi sulla terrazzetta.

E’ facile parlare con questa donna intelligente e simpatica, che ha lavorato per anni “in continente” e vissuto un’altra vita in Germania. Una mente aperta capace di trasgredire con ironia la mentalità un po’ rigida del paese. Arrivano anche i suoi figli che si offrono di accompagnarmi a fare un giro per scoprire Lodine.

In cima al paese c’è la chiesetta cinquecentesca di San Giorgio Martire, da lì la vista spazia sul lago di Gusana e mostra come Lodine sia adagiato su un altopiano e circondato da boschi fittissimi, monumenti naturali di granito e sorgenti. Siamo a 900 metri e poco lontano, ci sono i resti del nuraghe de sas Trintas Battaglias.

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Più tardi scenderò sulle rive del lago dove i prati arrivano fino all'acqua e si può fare il bagno nelle acque fresche e verdeggianti.

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I miei accompagnatori sono palesemente innamorati del loro territorio e tra le informazioni che mi forniscono, appaiono a sprazzi scorci della loro infanzia.

Gregorio è una persona dal sorriso accattivante, Giovanni, una fonte inesauribile di storie e aneddoti. E’ questa la cultura più preziosa, perchè nasce dalla passione per la vita e da quella curiosità che accomuna tutte le menti intelligenti.

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Ho accettato l’invito a pranzo, la conversazione scorre vivace e interessante, i bambini mi inteneriscono e girando lo sguardo su questa bella famiglia intorno alla tavola imbandita, capisco che ancora una volta nulla è avvenuto per caso.





In un momento della nostra storia, quello che stiamo vivendo, dove mai come prima, sembrano avere il sopravvento ingiustizie e crudeltà, oggi ho incontrato degli esseri umani capaci di aprire la porta della loro casa a un viaggiatore, persone che non alzano barriere, ma anzi hanno buttato giù i muri o forse non li hanno mai avuti, perché sono nati liberi e liberi rimarranno sempre.

Un impagabile messaggio di speranza in questo minuscolo paese non abbastanza conosciuto che si chiama Lodine, con l’accento sulla i, piccolo gioiello incastonato tra Fonni e Gavoi.

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All Images and Original Text Copyright Solo Moles - Travel One 2020


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6 commenti


adriana-piras
19 nov 2022

Ti scopro oggi e mi si scioglie il cuore,testimone di tanta sincera onestà


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Intenso, quasi commovente! L'ospitalità spontanea, quasi imbarazzante per una mentalità settentrionale, è una delle doti dei sardi, e più il paese è piccolo maggiori sono le attenzioni verso chi viaggiando si trova in difficoltà.

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filippoconte.eu
28 set 2021

Che incontro meraviglioso! Devi avere un'aura molto speciale per trovare sempre persone felici di accoglierti.

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marino.palmas
17 ago 2020

È emozionante scoprire che è successo ad altri quello che è successo a noi.

Lodine e i suoi abitanti sono davvero l'esempio che dimostra che la speranza è possibile.....

Marino

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piras.giovannina
17 ago 2020

Ho attraversato Lodine tantissime volte, con i miei ma anche da sola.Raramente mi sono fermata se non per bere alla fonte, lungo la strada principale.Ciò che tu racconti va al di là di ciò che un comune viaggiatore vede.Sono le vite delle persone,i loro sguardi e le loro storie uniche e straordinarie ed è questo che mi affascina.

Grazie anche per le immagini sempre uniche.

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